Ecco perché il referendum sulla cannabis è anche una lotta alla mafia

Il 28 ottobre il comitato “Meglio legale”, i Radicali italiani e l’associazione Luca Coscioni consegnano, presso la Corte di Cassazione,  630 mila firme di cittadini favorevoli al referendum sulla legalizzazione della cannabis. Questo potrebbe aprire un dibattito riguardo la posizione dello Stato sulla cannabis e potrebbe far riflettere sui tentativi falliti di porre fine alla droga e alla criminalità organizzata. 

Quali sono gli obbiettivi del referendum?  

- depenalizzare la condotta di coltivazione, 

- eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, 

- abrogare la sospensione della patente per detenzione di sostanze stupefacenti. 

Il proibizionismo totale riguardo il consumo di cannabis a scopo ricreativo e non terapeutico ha attratto l'interesse della criminalità organizzata, facendo fiorire un business sul mercato nero della vendita illegale. In base alle stime della Direzione investigativa antimafia, le mafie in Italia hanno guadagnato 6,5 miliardi di euro dallo spaccio di cannabis.

“Il narcotraffico è una delle attività più redditizie della criminalità organizzata. Questo perché mette a disposizione una grande liquidità, cioè di riciclare il denaro per acquistare attività legali: alberghi, bar, farmacie”, spiega Antonella Soldo portavoce e project manager di Meglio legale. “La guerra alla droga oggi in Italia si fa con strumenti non adeguati all’obiettivo. La droga sul dark web non viene nemmeno rintracciata. Se utilizziamo mezzi e risorse in questo modo non riusciamo a perseguire reati più pesanti e droghe pesanti.”

Ad oggi sono state sequestrate più di 12milaquantitativi di marijuana, hashish e piante di cannabis

Nonostante l'importanza di fermare questo mercato illegale, oggi il referendum sulla cannabis incontra il dissenso di una schiera di avversari, che hanno annunciato battaglia per polarizzare il dibattito e affossare la proposta di modifica alla legge sulle sostanze stupefacenti. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha dichiarato: “nel giorno in cui avviene il deposito delle firme per la presentazione del referendum per la legalizzazione della cannabis, FdI è disponibile a mettere a disposizione tutta la sua struttura, se la Corte costituzionale dovesse accogliere la richiesta, per organizzare il comitato per il no”.

I contrari alla “liberalizzazione” dell’uso della cannabis, temono che la legalizzazione possa aprire le porte alla produzione di droghe pesanti, come la cocaina. Ma . Secondo quanto afferma Antonella Soldo: “L’unica droga di passaggio oggi è il proibizionismo. Se si va da uno spacciatore per cercare cannabis e poi si accede ad altre droghe, quello facilita e promuove un passaggio. Dal punto di vista scientifico, la letteratura più recente esclude che la dipendenza da una sostanza come la cannabis porti a una dipendenza verso altre sostanze, perché agiscono in modo diverso sull’organismo”.

L'obiettivo alla base del referendum è, in realtà, quello di poter separare i mercati delle droghe leggere da quelle pesanti. Mentre ad oggi i sondaggi rivelano che il 58% degli italiani sarebbe favorevole alla legalizzazione della cannabis. Gli stessi intervistati esprimono la speranza di togliere definitivamente il potere al mercato nero e alla criminalità organizzata. 

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